Gli ellebori, nel giro di pochi anni, sono diventati molto popolari per la facilità di coltivazione, la rusticità, il fatto di essere tendenzialmente sempreverdi e la bella fioritura invernale.
Nei Garden Centre e nelle rivendite di fiori e piante delle nostre città gli ellebori più commercializzati oggi sono quasi tutti ibridi di Helleborus orientalis, più tardivi, in fiore tra i primi di febbraio e l’inizio della primavera (come nel caso dell’Helleborus orientalis “Tutu” che vedete nell’immagine in evidenza).
Ci sono poi le cosiddette Rose di Natale, ossia ibridi di elleboro derivati da incroci con Helleborus niger, in fiore dalla fine dell’autunno alla fine dell’inverno.
Ma il mondo degli ellebori è molto più ampio, infatti esistono molte specie che sono state selezionate dagli ibridatori con il fine di creare piante dalle caratteristiche più accattivanti.
Rivolgendoti a vivaisti produttori specializzati in ellebori troverete anche le specie botaniche che magari sono meno vistose degli ibridi ma non per questo meno affascinanti, soprattutto per chi ama il giardino e il terrazzo dall’aspetto naturale.
Oggi in particolare vi vorrei presentare proprio alcune di queste specie, tutte presenti in natura in Europa e dalle quali sono comunque derivate alcune interessanti varietà florovivaistiche.
Helleborus liguricus
Con un nome così non poteva che arrivare dalla Liguria anche se si può trovare in altre zone circoscritte di Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna.
I fiori sono bianchi, striati di verde, dal leggero sentore di limone, per questo utilizzati dagli ibridatori per creare varietà dal fiore profumato.
Una chicca un po’ ricercata.
In fiore tra gennaio e aprile.
Helleborus niger
Specie molto nota (la prima a essere stata commercializzata in Italia, prima dell’avvento degli H. orientalis).
Presente in natura in tutta l’Italia settentrionale si è storicamente aggiudicato il nome di Rosa di Natale forse per la facilità di fioritura proprio nel periodo natalizio. Questa pianta è al centro di molte leggende e racconti popolari regionali.
La fioritura bianco puro in realtà avviene da novembre fino a marzo.
Specie amante delle zone ombrose caratterizzate da terreno in grado di trattenere l’umidità. Pianta stupenda assolutamente da sperimentare nei giardini d’ombra o sui terrazzi esposti a est/nord.
Helleborus croaticus
È una specie endemica di una ristretta zona della Croazia interna. Presente in prati e boschi latifoglie, è più tollerante l’insolazione diretta rispetto ad altri Helleborus.
Caratterizzata da fiori purpurei quasi color prugna che sfumano nel verde. Tardivo, fiorisce da marzo ad aprile.
Le foglie in estate seccano e la pianta si defoglia quasi completamente anche se si rinverdisce in breve tempo, non appena le temperature si fanno più fresche.
Helleborus foetidus
È una specie con una grande area di distribuzione e si può trovare in buona parte del territorio italiano, su suolo calcareo. Specie più tollerante la siccità rispetto agli altri Helleborus.
I numerosi fiori sono penduli, campanulati, verde acido con margine di colore purpureo. Antesi tra novembre e la primavera (con il suo apice a dicembre).
Meglio eliminare i fiori che mano a mano sfioriscono, per garantire una nuova produzione di fiori.
Si potrebbe pensare che il nome foetidus indichi un cattivo odore della pianta ma non è così. Sono solo le foglie che, se stropicciate, producono un odore pungente, come molte altre piante da giardino.
Pianta luminosa che rallegra l’inverno, assolutamente interessante in giardino e in vaso.
Da sapere
– Substrato
L’ Helleborus è un genere amante di suoli neutri, freschi in estate e comunque mai siccitosi. Fanno eccezione gli H. foetidus che tollerano anche periodi di siccità.
– Esposizione
In generale gli ellebori amano l’ombra luminosa in estate e il blando sole invernale. Può essere una buona norma posizionarli ai piedi di arbusti o alberelli caducifoglie che in inverno lascino passare i raggi solari mentre in estate proteggano le foglie dall’eccessivo calore.
Esistono alcuni ibridi ottenuti da incroci con ellebori mediterranei che sono più tolleranti l’insolazione diretta anche in altre stagioni
– Irrigazioni
Il terreno deve rimanere fresco ma ben drenato, mai intriso d’acqua. Non amano la siccità. L’unico che la tollera è l’H. foetidus.
– Concimazioni
Non si deve esagerare. Le piante più giovani, se cresciute nel giusto substrato, tendenzialmente calcareo, non ne hanno bisogno. Le piante più vecchie invece possono essere concimate due volte l’anno (a fine febbraio e a fine settembre) con concime organico: compost o stallatico granulare a lenta cessione.
In caso di carenza di calcio aggiungere gusci d’uovo sbriciolati calce in polvere.
– Tossicità
La pianta è tossica in tutte le sue parti (come lo sono la maggior parte di piante che teniamo in casa) e può causare vomito, nausea e persino danni al cuore se ingerita. Il sapore molto amaro è comunque un forte dissuasore e i casi di avvelenamento per Helleborus sono rarissimi. Prestare comunque attenzione e lavarsi le mani dopo averli maneggiati.
Avete visto quanta biodiversità e quante specie puoi conoscere approfondendo un singolo genere botanico? Se vuoi saperne di più sul mondo vegetale puoi seguirmi sul mio profilo IG. Se vuoi lavorare con me puoi vedere i miei servizi sul mio sito e scrivermi a paolo@filosofiavegetale.it.