Cosa ci insegnano le erbacee perenni?

Cosa sono le erbacee perenni?

Anzitutto chiariamo cosa significa erbacea perenne. Le piante perenni sono sostanzialmente tutte quelle che hanno un ciclo di vita superiore ai due anni. Gran parte del mondo vegetale può essere definita perenne, si pensi agli alberi che vivono centinaia di anni come i castagni (Castanea sativa), o arbusti come il mirto (Mirtus communis) o il corbezzolo (Arbutus unedo), tutte piante longeve, tipiche del paesaggio mediterraneo.

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Delphinium consolida L. (Ranunculaceae),

Si parla di erbacee invece quando la struttura della pianta è, per l’appunto, erbacea. Per dirlo in parole povere si parla di tutte quelle piante che posseggono fusti verdi e teneri, non legnosi. Normalmente, quando si parla di erbacee, si includono anche le piante i cui getti erbacei diventano legnosi solo nella loro parte basale; queste ultime vengono definite suffruticose.

Erbacee e suffruticose perenni sono in molti casi caratterizzate da una ciclicità stagionale che le porta a spogliarsi; la maggior parte di queste piante in inverno, nei climi temperati, entra in riposo vegetativo e perde completamente la parte erbacea visibile a occhio nudo (nel caso delle suffruticose rimane in vista la parte basale legnosa) ma non muore, anzi sverna tramite gemme o bulbi perennanti a livello del suolo. Una su tutte ad attuare questo comportamento è la Salvia nemorosa, bellissima “signora in viola” delle bordure dall’aspetto selvatico, che in inverno non lascia che intravedere una rosetta di foglie rasenti il suolo.

Normalmente queste piante vivono due momenti di “declino” piuttosto brevi,  legati agli estremi nelle temperature durante l’anno:

. il periodo più freddo dell’inverno, dove la parte erbacea scompare,

. il momento più torrido dell’estate dove la maggior parte delle specie non fiorisce e resta ferma in un riposo vegetativo fino ai primi acquazzoni e a temperature più fresche dei primi di settembre.

Si pensi alla Salvia greggii, rifiorente in primavera e autunno ma spoglia in inverno e “ferma” in estate. Generalmente sulle erbacee perenni è opportuno effettuare due soli interventi di potatura/sistemazione all’anno, proprio per recidere alla base le infiorescenze e le foglie appassite.

Ricordiamoci che le erbacee perenni sono piante che regalano di anno in anno momenti di grande intensità, se curate con le poche e semplici attenzioni che richiedono: fioriture come fuochi artificiali, colori del fogliame che virano col cambiare delle stagioni, forme e portamenti tra i più vari in natura.

 

Quali aspetti della nostra persona vengono toccati dal comportamento delle erbacee perenni?

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Hosta “Maraschino Cherry” (Asparagaceae).

A mio avviso, l’aspetto più interessante delle erbacee perenni è insito nell’insegnamento che possono offrirci.

Il senso estetico

Alcune persone non riescono ad accettare un periodo in cui la pianta abbia un aspetto spoglio quindi optano automaticamente per gli arbusti sempreverdi, che generalmente hanno un aspetto più paludato e composto, un po’ sempre uguale a se stesso: mi vengono in mente i bossi, i viburni, gli agrifogli, i Loropetalum e i ligustri. Non che si tratti di piante di scarsa bellezza, gli elementi arbustivi sempreverdi sono ovviamente essenziali per dare una struttura al giardino; certo per me è più interessante l’utilizzo di uno schema misto, dove perenni dalle struggenti fioriture e dai portamenti più morbidi si alternano ad alcuni arbusti sempreverdi. Non bisogna poi sottovalutare l’utilizzo di alcune erbacee perenni anch’esse sempreverdi come Heuchera, Liriope e Bergenia.

L’impazienza

Un’altra componente che talvolta non si riesce a gestire rispetto al ciclo vitale delle erbacee perenni è l’attesa. Per qualcuno è assai difficile aspettare un mese o due prima che la pianta che ha acquistato regali nuovamente foglie e fiori, per cui capita che spazientito decida di sostituire le piantine in fase di latenza con i soliti arbusti sempreverdi. L’impressione che ho avuto quando mi è capitato di osservare certi comportamenti, e lo dico senza giudizio, è quasi come se la persona in questione si sentisse sollevata da un’attesa insostenibile. E’ proprio vero che certe specie ci invitano all’esercizio della pazienza, fondamentale in una società come la nostra dove ci pare di poter ottenere tutto subito ma non sempre è così.

Senza la pazienza ci si perde la gioia della sorpresa quando vediamo rinascere, letteralmente dalle proprie ceneri, le piantine che avevamo gioiosamente messo a dimora la primavera precedente.

A questo proposito ricordo la mia prima esperienza da giardiniere con le erbacee perenni da bambino. Si trattava di bulbose, per la cronaca di gladioli, messi a dimora alla fine dell’inverno in una piccola vasca di cemento. Io avrò avuto otto anni e quel semplice gesto che i miei genitori mi invitarono a compiere, di interrare i bulbi aspettando qualche mese prima di veder spuntare foglie e fiori, lo trovo tutt’oggi di una potenza strabiliante. Mi ritrovai, bambino, a giocare con la vita. Mi dimenticai quasi subito di quelle strane cipolle che avevo sepolto nella terra bruna; fu grandissima la sorpresa a Pasqua quando vidi spuntare le prime foglie, e ancor di più a luglio veder sbocciare dei bellissimi fiori. Era opera mia! Il senso di onnipotenza e di divertimento fu grande. Da quel giorno non vi è anno senza che io non metta in terra alcuni bulbi di gladiolo.

Paura dell’assenza/morte

C’è infine un ultimo fattore di resistenza psicologica nello sperimentare le erbacee perenni: ci sono persone che non riescono a tollerare il periodo di latenza. Per alcuni la non presenza della pianta nel suo periodo di riposo vegetativo è insostenibile, vengono proiettati in una condizione di sconforto perché questo comportamento è troppo simile alla fine, alla morte e non ce la fanno a gestirlo. Penso che, soprattutto per chi vive questa difficoltà, possa essere interessante cimentarsi nella cura di queste piante. Aspettando la ricomparsa si alimenta la speranza. Certo non si esorcizza la morte ma si può sperimentare che dopo il decadimento vi è sempre un momento di rinascita. Attraverso il comportamento delle erbacee perenni si può comprendere come superare i momenti difficili, tutto sta nell’accettazione e nel rispetto dei cicli vitali naturali delle piante.

 

Questo post è dedicato a voi se:

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Acanthus mollis L. (Acanthaceae).

. Un periodo di decadenza fisica della pianta vi è intollerabile, lo trovate brutto in maniera insopportabile

. Un periodo di latenza/riposo della pianta vi infastidisce o addirittura vi atterrisce

. L’attesa della rinascita della pianta (normalmente uno/due mesi invernali) è per voi un tempo troppo lungo, vi spazientisce

Tutte le difficoltà e problematiche sopraelencate sono personali, legate a una scarsa consapevolezza del ciclo vitale naturale delle cose e, in parte, di se stessi.

 

Esercizio di consapevolezza attraverso le piante

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Cistus monspeliensis L. (Cistaceae).

Se vi siete riconosciuti nell’elenco vi consiglio vivamente di mettere a dimora sul vostro terrazzo o giardino delle erbacee perenni: Brunnera macrophylla, Salvia elegans, Euphorbia polychroma, Veronica longifolia, Coreopsis verticillata, Monarda punctata solo per fare qualche nome.

. Procuratevi delle erbacee perenni presso vivai specializzati (al fondo dell’articolo qualche consiglio),

. Provate a  dedicarvi alle cure delle vostre erbacee perenni, esercitate la vostra pazienza, notate le nuove foglie a primavera, i primi fiori estivi e fotografateli: documentate i vari passaggi stagionali che compie la pianta anche segnandoli su di un taccuino da giardiniere, accompagnati dalle vostre emozioni!

. Alimentate il vostro senso di attesa sapendo che ci sarà una bella sorpresa (la fioritura)!

. Osservate soprattutto voi stessi grazie a questo esercizio da fare nel tempo! Come vi sentite nei vari momenti di cambiamento della pianta?

Ci vorrà probabilmente un anno prima che voi impariate a comprendere e rispettare il ciclo vitale della pianta, dovrete fare esperienza empirica del fatto che dopo un periodo di decadenza si alterna sempre un momento di abbondanza e di estrema vitalità.

Sarà un’esperienza bellissima e altamente formativa. Scoprirete la grandissima gioia di una strepitosa bella stagione ricchissima di fiori che si alternerà ad un momento in cui osservare bacche o piccoli frutti colorati.

Imparerete così a scegliere erbacee perenni che alternano in diverse stagioni colori e fioriture per avere quasi sempre un elemento di interesse.

Vivrete una rivelazione incredibile dove proverete la meraviglia dei colori autunnali, indicatori della decadenza della pianta; la accompagnarete al riposo invernale (un piccolo lutto) vedendola letteralmente scomparire alla vista; ritornerete a sperare, come bambini, di veder spuntare dal terriccio i nuovi getti basali alla fine dell’inverno (la nuova vita).

E’ tragico, esaltante, meraviglioso e struggente allo stesso tempo. E’ il contatto con la vita e la morte, con ciò che è manifesto e latente. Scoprirete che ci riguarda in modo assai profondo e che prendere confidenza con queste tematiche ci può fare del gran bene.

Vi sfido. Provate! E mi raccomando: fatemi sapere com’è andata!

Alcuni consigli di vivai specializzati in erbacee perenni cui potrete rivolgervi nel caso vi interessasse acquistarne (io non traggo alcun beneficio economico dalla segnalazione di questi vivai, li consiglio perché conosco personalmente il loro operato che trovo molto valido):

ilpeccatovegetale.it

gorraonline.it

ilpostodellemargherite.com

igiardinidellindaco.it

vivaiociancavare.it

vivaiomillefoglie.it

vivaioangelopaoloratto.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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6 risposte a “Cosa ci insegnano le erbacee perenni?”

  1. Bellissimo post, sia per le riflessioni che induci a fare che per i link a fondo pagina. E poi le erbacee perenni sono le mie preferite assieme ad alberi e arbusti decidui che ti accompagnano nello scorrere delle stagioni. Mi piacciono molto le composizioni tra le erbacee, spesso labiate come le molte varietà di salvie o le asteracee e le graminacee. Hai ragione sull’impazienza in attesa delle fioriture. Credo però che ogni istante tu possa apprezzare la bellezza di una pianta non solo guardando i fiori ma anche foglie, portamento, come si combina con le altre piante. Trovo i tuoi post molto utili perché possono insegnare a vedere il giardino in modo diverso e nuovo. Buon fine settimana 🙂

  2. Ciao mi potresti per piacere indicare un libro sulle perenni che parli soprattutto sulla loro gestione , quando e come potarle, quando è il momento di piantarla e quali mettere vicino o lontane perche mal si sopportano..
    Io adoro le perenni e ne ho qualcuna nel mio giardino ma vorrei saperne di più..
    Grazie

    1. Ciao Giusi,
      certo, con molto piacere.
      Ti consiglio un testo abbastanza specifico per conoscere la maggior parte di specie perenni: “L’Encicolpedia delle piante perenni” della Royal Horticultural Society, edita in italiano da Edizoni Gribaudo.
      Un ottimo testo di riferimento anche per conoscere le tecniche colturali.

  3. Grazie, condivido la passione per le erbacee perenni, il mio giardino é a 1200 m di altezza, coltivo lupini delphinium ,digitalis (quasi perenni),brunnera,aconitum,veronica, phlox,campanule, platycodon, erygeron, salvia nemorosa, physostegia e altro ma , data la brevità della mia stagione, non so mai se e quali e quando cimare, hai da darmi qualche consiglio in proposito ? Daniela

    1. Ciao Daniela,
      che meraviglia un giardino a 1200 m.
      In quelle condizioni climatiche certo la fioritura è contratta in un breve periodo dell’anno ma immagino la fantastica esplosione di colori che avverrà tutta insieme!
      Per quanto riguarda le cimature non ci sono regole fisse. Ti consiglierei di osservare le piante e intervenire a scalare quando vedi che iniziano a sfiorire, per indurre magari una seconda rifiorenza. Ad esempio io intervengo due volte sulle Salvia nemorosa nella fascia collinare dove crescono ma magari in montagna è sufficiente un solo taglio.
      Discorso un po’ lungo da trattare qui. Se ti fa piacere scriviamoci in privato.
      Paolo

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