Cambiamenti climatici e salute delle nostre piante
Scrivo questo post in seguito alle molte richieste d’aiuto che ho ricevuto quest’estate dai miei clienti rispetto alla salute delle loro piante.
Scrivo questo post in seguito alle molte richieste d’aiuto che ho ricevuto quest’estate dai miei clienti rispetto alla salute delle loro piante.
Seconda parte del post sul mio terrazzo naturale. Qui continuo a spiegarvi come progetto e curo in modo naturale il mio terrazzo verde e quello di alcuni miei clienti che hanno accolto lo stile naturale nelle loro vite.
Cosa intendo per terrazzo naturale? Il terrazzo è un luogo artificiale e architettonico costituito da materiali edili: un prolungamento della propria abitazione, una vera e propria stanza all’aperto. Che cos’ha di naturale? Potete decidere di dare al vostro terrazzo le sembianze naturali di un prato o di un bosco, farlo diventare un’oasi di biodiversità in cui accogliere una grande varietà vegetale e, di conseguenza, attrarre una micro-fauna benefica. Inoltre è possibile progettare e curare un terrazzo verde in modo naturale. Vi spiego come faccio io con il mio terrazzo e con quello di alcuni clienti che hanno accolto lo stile naturale nelle loro vite.
Continua la rubrica “Buone pratiche per un giardinaggio sostenibile” per aiutarvi a compiere scelte che non incidano negativamente sul bilancio ambientale, anche facendo giardinaggio. Questa volta scopriamo alcuni trattamenti antiparassitari e antifungini a impatto ambientale nullo.
Tradizioni natalizie e piante: l’abete. Nel nostro immaginario l’abete è l’albero di Natale per antonomasia. Dal XVI secolo il suo utilizzo come albero di Natale iniziò a diffondersi nell’attuale Germania per poi spostarsi in Gran Bretagna fino a raggiungere l’America del Nord. Anche se l’usanza di addobbare la casa con rami d’abete, durante il solstizio d’inverno, sembra avere origini pagane molto lontane, soprattutto nei paesi nordici.
Continua la rubrica “Buone pratiche per un giardinaggio sostenibile” per aiutarvi a compiere scelte che non incidano negativamente sul bilancio ambientale, anche facendo giardinaggio. Questa volta ci alleniamo ad accogliere piante spontanee nei nostri vasi e giardini.
Continua la rubrica “Buone pratiche per un giardinaggio sostenibile” per aiutare a compiere scelte che non incidano negativamente sul bilancio ambientale, anche facendo giardinaggio. Premetto che, in quanto esseri umani, ogni nostra attività ha un impatto ambientale. Non ho la presunzione di essere un purista nei suggerimenti che offro, ma desidero dare delle indicazioni di massima che io in prima persona mi diverto a seguire nella mia attività, per cercare di minimizzare l’impatto del mio lavoro a livello ambientale. Conoscere la propria pianta è un gesto ecologico. Talvolta ci troviamo di fronte all’impulso di acquistare proprio quella pianta che ci piace, ma non teniamo conto delle caratteristiche del luogo in cui verrà ospitata, ossia casa nostra, il nostro terrazzo, il nostro giardino. L’acquisto impulsivo per quanto riguarda gli esseri viventi (piante e animali) è sempre da evitare. Anzitutto dobbiamo riconoscere che ogni specie botanica ha necessità specifiche: esposizione solare, substrato, esigenze idriche. Se queste poche necessità non vengono rispettate il rischio è di dover intervenire con dosi massicce di anticrittogamici e antifungini (facilmente antiecologici e dispendiosi) o addirittura di incorrere nella morte della nostra amata pianta. Migliaia di piante ogni anno muoiono perché chi le acquista non le conosce e quindi non sa come curarle. Quali sono le esigenze delle piante che è fondamentale conoscere per una buona pratica di giardinaggio sostenibile? 1) Conoscere il nome della pianta Sembrerà una banalità ma prima di tutto bisogna conoscere il nome delle piante che stiamo acquistando. Questo ci permette di capire quali sono le esigenze della pianta che ci piace tanto e, di conseguenza, se il luogo in cui la accogliamo è adatto. Non immaginate quante persone acquistino una pianta senza prestare attenzione al nome, mosse dalla comprensibile attrazione, dall’aspetto affascinante della pianta, che colpisce il loro gusto e la loro fantasia. Mi
“Cosa posso fare io in pratica, con le mie azioni, per generare un’inversione di tendenza su cambiamento climatico, inquinamento ed eccessivo sfruttamento delle risorse naturali?”
Pensa biodiverso!
di Paolo Astrua
Logo di Francesca Bellini
Foto di Serenella Volpe