Divisi ma più vicini. Imparare a comunicare come fanno le piante.

In questo momento in Italia e nel mondo stiamo vivendo un’emergenza sanitaria. Il provvedimento che è stato preso nel nostro paese, a causa dell’epidemia di coronavirus, è la quarantena. Questa nuova condizione, che ci costringe a un isolamento forzato e a una separazione dagli altri, mi ha fatto riflettere e mi ha portato a rivolgere lo sguardo al mondo vegetale in cerca di insegnamenti e risposte. In casi come questo ci è stato molto utile aver imparato a comunicare come fanno le piante.

Le piante sono separate o interconnesse tra loro?

Entrando in alcune tipologie di boschi, ad esempio in una faggeta, abbiamo l’impressione che tutte le piante ad alto fusto crescano ad una certa distanza l’una dall’altra. Sembra quasi che rispettino un’area individuale di sviluppo, per non toccarsi. Questa impressione è confermata dalla distanza che si frappone tra le chiome: anche se di pochissimi centimetri, non si toccano mai. Questo comportamento è stato chiamato, dal botanico Francis Hallé, “timidezza delle chiome”, una definizione che trovo affascinante.

Ci verrebbe dunque da pensare che i grandi alberi sono separati tra di loro e che tengono una distanza di rispetto tra l’uno e l’altro.

Premesso che il comportamento della “timidezza delle chiome” non è messo in atto da tutte le piante, ma è una caratteristica solo di certe famiglie (Fagaceae, Pinaceae, Myrtaceae) e di certe specie, va detto che in realtà le piante non sono assolutamente separate tra di loro.

Radici superficiali in una faggeta. Foto di Periklis Lolis.

Dagli anni ’70 del 900 sono stati fatti esperimenti in laboratorio che hanno dimostrato che le piante sanno comunicare tra di loro, ma solo recentemente è stato appurato che le piante sanno trasmettersi informazioni. Come lo fanno? Principalmente attraverso le radici (ma è legittimo pensare che  avvenga anche attraverso le foglie).

Suzanne Simard e gli esperimenti nelle foreste

La scienziata canadese Suzanne Simard ha fatto esperimenti nella foresta e ha scoperto che le piante non solo riescono a comunicare con le radici, ma si trasmettono proprio informazioni precise, tramite segnali chimici. Addirittura ci racconta che le piante-madri, ossia gli alberi di una certa età, attraverso le radici possono trasmettere esperienze alle giovani piante.

Le radici di piante diverse, nel bosco, entrano in contatto tra di loro grazie all’aiuto dei miceli delle micorrize (radici di funghi) che le parassitano entrando in una relazione di “mutuo appoggio”. Il mutuo appoggio non è altro che una simbiosi, come spiega Stefano Mancuso nel suo libro “La nazione delle piante”. Questa relazione tra funghi e piante dà vita ad una vera e propria rete internet sotterranea formata di radici che comunicano tra loro.

Noi non abbiamo percezione di questa vastissima rete di comunicazione perché si sviluppa sotto terra e non possiamo vederla. Partendo da questa visione, possiamo immaginare la foresta come un unico grande organismo interconnesso e non più come una serie di individui vegetali separati tra di loro.

Anche noi umani siamo parte di un unico grande organismo?

Anche per noi esseri umani vale lo stesso discorso. Solo che noi non abbiamo radici e non siamo stanziali, ci muoviamo sulle nostre gambe, ci spostiamo, viviamo le nostre attività personali e ci sembra di essere individui completamente separati dagli altri. Ma è solo un’apparenza.  Qualunque antropologo, sociologo o psicologo ci direbbe che noi esseri umani siamo animali sociali, che non possiamo vivere a lungo separati gli uni dagli altri.

Mentre per le piante il grande organismo di cui ogni albero fa parte è la foresta, per noi è la società.

Forse è un po’ azzardato parlare della società come di un organismo, ma è vero che noi non possiamo stare bene, ed essere completamente autosufficienti, prescindendo dalla relazione con gli altri individui.

I sistemi che ci siamo inventati per rimanere connessi tra di noi sono innumerevoli. Si pensi al desiderio di comunicare che è incominciato col telegrafo e che, passando attraverso telefono e televisione, è approdato a internet.

Come funziona il Wood Wide Web

Gli scienziati parlano della rete di comunicazione tra radici vegetali paragonandola a internet. Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama mondiale, ci dice che la struttura di internet è identica alla struttura del mondo relazionale delle piante,  non ha un centro di comando ma ha soltanto dei nodi. Nell’informatica ogni nodo connesso con internet è un computer che fa parte di una rete, così nel mondo vegetale ogni pianta può essere un nodo della grande rete di radici che si scambiano informazioni. Questo sistema è stato definito Wood Wide Web.

Le piante si sono evolute in questa maniera per 500 milioni di anni. Noi oggi siamo arrivati a copiarne la struttura comunicativa, senza saperlo, con la creazione di internet.

E proprio internet oggi ci permette di comunicare e di rimanere in contatto anche se siamo distanti fisicamente. Divisi ma più vicini.

Riconoscere le interrelazioni a comunicare gratitudine

La società umana, la foresta, gli ambienti e gli elementi naturali, fanno tutti parte dello stesso grande ecosistema terrestre. Spesso siamo troppo occupati per riflettere sull’importanza di questa interrelazione e ci pensiamo separati dall’ambiente naturale, agendo in modo anti-ecologico. E’ come se agissimo senza pensare che quello che facciamo possa ritorcersi contro di noi. Forse questa emergenza sanitaria e l’inaspettato tempo che ci regala la quarantena obbligata, ci stanno aiutando a comprendere quanto sia fondamentale per la nostra sopravvivenza l’interrelazione uomo-natura. Una volta compreso questo punto fondamentale non ci resta che essere grati e comunicarlo al nostro ambiente attraverso le parole, le azioni e persino con i pensieri.

In questo periodo sentiamo gratitudine nei confronti di medici e lavoratori dell’ambito sanitario, per l’enorme sforzo che stanno facendo per garantire un aiuto concreto al resto della società, così ci organizziamo per comunicarglielo applaudendo dai balconi, in appassionati e legittimi flash mob.

Si direbbe che anche la gratitudine nei confronti delle piante e della natura in generale sia più sentita e consapevole, a giudicare dall’altissimo numero di foto di alberi in fiore, di prati verdi in lontananza, di curatissime e amate piantine sui terrazzi e sui davanzali, che vengono postate in questo periodo sui social.

Bordura di perenni a fioritura estiva. In primo piano Rudbeckia hirta. Biella.

Come possiamo esprimere la nostra gratitudine alle piante e all’ambiente naturale?

Anzitutto divenendone custodi, guardiani, protettori. Rendiamoci conto che abbiamo bisogno delle piante, per sopravvivere. Curiamo le nostre piantine sul balcone, leggendo e informandoci su qualità e benefici derivati dalla relazione con esse. Non appena sarà possibile, andiamo a fare una passeggiata in un bosco e proviamo rispettosamente a entrare in contatto con la natura, attraverso i nostri sensi. Solo sviluppando questa  relazione con le piante, conoscendole come se fossero buone amiche, facendole diventare parte della nostra esperienza, nascerà in noi il desiderio di salvaguardare gli ambienti naturali in cui vivono. Solo proteggendo l’esistenza delle piante e della natura, ci garantiamo anche la nostra. Questo è il più grande gesto di gratitudine che possiamo compiere nei loro e nei nostri confronti.

Come potete comunicare con me

Le cure rivolte alla pianta, vederla crescere, svilupparsi, innaffiarla e vederla fiorire sono grandi gioie che rafforzano l’umore e nutrono la speranza, di cui abbiamo un grande bisogno, soprattutto in questo momento.

Visto che in questi giorni le normali attività sono bloccate, potete ordinare le vostre piantine anche online e farvi arrivare direttamente a casa vostra piante che sono cresciute proprio in un vivaio non distante da voi. Guardate l’elenco di vivaisti che ho suggerito in questo post  , molti di loro hanno un negozio online e spediscono a casa. Così potrete conoscere ottimi vivaisti, ampliare le vostre conoscenze botaniche e scoprire un mondo nuovo.

Se poi volete sapere come curare le piante che avete acquistato, scrivetemi pure sui social, condividete una foto delle vostre beniamine su IG con l’hashtag #piantasperanza e taggatemi, così che io possa vederle.

E’ proprio il caso di dirlo, rimaniamo in contatto!

 

 

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