Piante rampicanti, che passione!

piante rampicanti

Mai come quest’anno mi sta capitando di lavorare con le piante rampicanti. Questo è indice del fatto  che si sta diffondendo sempre di più il desiderio di usare le piante come elementi strutturali del proprio giardino o terrazzo. Le rampicanti regalano una resa di grande effetto, spesso anche quando non si possiede molto spazio.

Molti continuano a scegliere il falso gelsomino (Trachelospermum jasminoides) per il proprio terrazzo e non posso biasimarli, perché è una sempreverde robusta e rustica, la cui fioritura è copiosa e profumata. Siamo tutti d’accordo nel riconoscere al falso gelsomino il titolo di “rampicante più popolare” dagli anni 90 ad oggi. Però, esiste una quantità di altre specie, dalle interessantissime caratteristiche, che vale davvero la pena sperimentare e proporre. Ad esempio, qualcuno di voi conosce Trachelospermum asiaticum “Summer Sunset”? E’ uno strettissimo parente del falso gelsomino, da cui differisce solo per le foglie macchiettate di giallo, rosso e arancio. Rappresenta già una prima valida alternativa. Che ne dite?

Trachelospermum asiaticum “Summer Sunset”

Chi mi segue sui social, chi mi conosce personalmente, o chi ha lavorato con me, ha potuto ammirare alcune specie botaniche meno comuni, caratterizzate da foglie ornamentali o da interessanti fioriture.

Uno dei miei obiettivi è quello di far conoscere la grande varietà di forme vegetali che è possibile trovare in commercio. Essa è specchio della biodiversità che caratterizza il mondo della botanica e del lavoro degli ibridatori e dei vivaisti.

Rampicanti inusuali e loro ruolo:

Voglio parlarvi di alcune rampicanti meno conosciute che ho adottato con successo nei miei lavori, e spiegarvi quali funzioni assolvono. Si tratta di piante adatte a svilupparsi in grossi vasi. In assoluto il primo passo, quando si pensa all’inserimento di una pianta in un contesto, è quello di capire quale sarà il suo ruolo:

  • Separé: uno dei motivi principali per cui si scelgono le piante è spesso la loro capacità di creare quinte ed elementi separatori. Più o meno tutte le rampicanti hanno questa caratteristica ma ce n’è una, abbastanza inusuale, di cui mi sono immediatamente innamorato. Akebia quinata, fatta arrampicare sulla recinzione divisoria con i vicini, nella casa indipendente di un mio cliente che desiderava maggior privacy, ha  formato una vera e propria parete vegetale schermante, dall’aspetto leggero e flessuoso, ma molto tenace. L’Akebia possiede belle foglie composte da cinque foglioline ovate-oblunghe, solo in apparenza delicate. I piccoli fiori color amaranto, precoci e profumati, sono poi una vera curiosità, tutta da ammirare. Esistono anche varietà a fiore chiaro come “Cream Form” e “Alba”. Pur essendo una pianta rustica, che si comporta da sempreverde in posizione riparata, l’Akebia può spogliarsi delle foglie in caso di eccessivo abbassamento delle temperature ma, quando accade, produce nuove gemme da foglia ai primi tepori primaverili.
  • Archi: per delimitare il passaggio da un’area ad un’altra sul terrazzo o in giardino si ricorre spesso ad archi. Le prime piante candidate ad arrampicarsi su di un arco sono in assoluto le rose. Mi viene in mente la bellissima Rosa Ramblers  “Ghislaine de Féligonde” dai piccoli mazzi gialli. Ma in questa sede lascerò da parte il meraviglioso mondo delle rose e vi consiglierò un piccolo glicine adatto al vaso: Wisteria frutescens “Amethyst Fall”, compatto, dalla fioritura tardiva (giugno/luglio) color ametista in infiorescenze lunghe appena 15 cm. Questa varietà di glicine americano si è subito dimostrata una forza, anzitutto per la sua adattabilità a spazi ridotti e al vaso, e poi per l’abbondanza e la resa dei suoi fiori in un periodo in cui tutti gli altri glicini sono ormai sfioriti.
Wisteria frutescens “Amethyst Fall”
  • Tettoie o pergole: vorrei decretare il successo del grande ritorno della bignonia. Oggi classificata come Campsis, questo genere di rampicante è stato un vero e proprio cavallo di battaglia nei giardini del passato. Rusticissimo, super rifiorente, vigoroso e dall’aspetto a tratti indomabile, l’ho sempre identificato come ottima pianta da porre su di un gazebo o un pergolato. Forse questa simpatia mi deriva dal fatto di averlo visto fin da bambino nelle cascine e nei casali della campagna piemontese, dove è sempre stato un elemento quasi strutturale. Per vigore e forza vitale è una pianta che preferisce vivere in piena terra, ma c’è una varietà più contenuta (pur sviluppandosi fino ai 5 m.), che si adegua meglio al vaso: Campsis radicans “Orange Summer”. Una pianta maggiormente compatta, dai grandi fiori arancioni, a trombetta, che fioriscono per tutta l’estate.
  • Griglie e treillage: non faccio mistero della mia recente passione per le Lonicera, i caprifogli. In particolare mi piacciono le specie sempreverdi dai fiori piccoli ma intensamente profumati e rifiorenti, adattissime per ricoprire strutture in legno o altro materiale. Personalmente Lonicera henry “Copper Beauty”  è stata un colpo di fulmine. Si tratta di un caprifoglio sempreverde i cui giovani fusti sono color porpora e le foglie, persistenti, grandi e lucide, sono di un bel verde intenso. Un aspetto che rende preziosa questa pianta è la rifiorenza. I piccoli fiori sono profumatissimi, color giallo e bianco, da giugno a tutto agosto. Anche Lonicera x caprilia “Ever” (ibrido tra L. henry e L. japonica) è bellissima e possiede caratteristiche simili. Inoltre, è più compatta, crescendo al massimo 2/3 m. per cui si rende adatta al vaso e ad ambienti più contenuti. E’ importante ricordarsi che è sempre opportuno, per i caprifogli, avere il piede della pianta all’ombra e la “testa” al sole. Un’ottima condizione di crescita è a fianco di piccoli arbusti sempreverdi come Cotoneaster “Hybridus pendulus” (o Eleagnus x ebbingei se si ha a disposizione maggior spazio), che schermino le radici dal sole diretto.
Lonicera x caprilia “Ever”
  • Tra gli arbusti: affiancare la rampicante ad un arbusto di medie dimensioni (anche in vaso se abbastanza capiente)  è un metodo di coltivazione perfetto per certe Lonicera che perdono le foglie durante l’inverno o per alcune specie e ibridi di clematidi dallo sviluppo meno vigoroso. Personalmente ho sperimentato un ibrido di Clematis jackmanii sul mio terrazzo, facendolo arrampicare all’interno di un Ligustrum japonicum, un ligustro sempreverde dalle foglie cerose. L’effetto è stato semplicemente strabiliante. Entrambe le piante sono entrate in relazione senza alcun problema, condividendo un unico vaso. In questo momento dell’anno la Clematis è piena di boccioli che non vedono l’ora di fiorire in un viola intenso emergendo tra le foglie verde scuro del ligustro. Ad un cliente affezionato ho consigliato di fare lo stesso tra i suoi arbusti di Osmanthus armatus, usando però Clematis “The Bride” del gruppo Patens, dai numerosi fiori bianco puro, in fiore ad aprile-maggio. Provate e mi direte!

Tutte le piante a cui ho fatto riferimento sono adattabili alla crescita in vaso. Per iniziare, si dovrà sistemarle in cassette o vasi di almeno 50 cm di profondità e 50 di larghezza. Negli anni si dovrà aumentare la dimensione del vaso in proporzione alla crescita della pianta.

Vivaisti specializzati: un riferimento sicuro

Un aspetto fondamentale per la ricerca della pianta giusta è instaurare una relazione con vivaisti specializzati che producono o commerciano piante. Il primo motivo per farlo, a mio avviso, è per acquistare direttamente da chi le piante le conosce, sa curarle e gestirle al meglio (non me ne vogliano supermercati e grandi centri di distribuzione). In secondo luogo, da un vivaista la relazione è diretta, senza intermediari, e oltre a stringere legami umani, si possono ottenere consigli preziosi per la manutenzione e le cure da rivolgere alla nuova piantina che troverà dimora presso casa vostra. Qui sotto alcuni vivaisti eccellenti specializzati in rampicanti:

Maurizio Feletig 

Fabio Giani

Un libro molto utile per pensare all’utilizzo delle rampicanti:

Pareti Verdi  di Antonella Bellomo (Sistemi Editoriali)

Cosa ci insegnano le rampicanti

Per concludere, una piccola riflessione sugli insegnamenti che possiamo trarre dalle piante. Gli inglesi le chiamano climbers, da to climb, e mi viene subito in mente l’arrampicata sportiva, la verticalità della montagna e della roccia. Mi pare che climber renda l’idea ancor meglio del termine rampicante. Le rampicanti non hanno alcuna paura della legge di gravità e la sfidano con grande sicurezza di loro stesse. Sviluppano i loro tralci aiutandosi con viticci o austori per raggiungere quel punto lassù, più in alto e, senza volerlo, coprono le brutture in cemento vecchio o ferro arrugginito con i loro volumi, le loro forme e i loro fiori. Non si fermano di fronte agli ostacoli, li superano e ricadono a cascata, si avvinghiano, si aggrappano e offrono casa ad uccelli, insetti e rettili, dando vita a un microcosmo. Si trasformano in cappotti termici sulle facciate delle abitazioni, rinfrescandole in estate e creando una sacca di calore in inverno – nel caso delle sempreverdi, o lasciando arrivare il sole sulle mura – nel caso delle decidue. E a un certo punto, quando la loro crescita è arrivata al massimo dello sviluppo, devono fermarsi. Accettano il limite posto dalle loro radici. Un gran lavoro, continuo e tutto intento a vivere.

Ampelopsis brevipedunculata “Elegans”

In caso non aveste tempo per trovare le piante giuste per casa vostra e voleste affidarvi ad un professionista che le conosce e che ha instaurato negli anni rapporti di fiducia con vivaisti specializzati, potete ovviamente rivolgervi a me scrivendo a: paolo@filosofiavegetale.it

Sarò il vostro “cacciatore di piante”!

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6 risposte a “Piante rampicanti, che passione!”

  1. Grazie, molto interessante! Io ho scelto un Akebia quinata “Amethyst Glow”, che dovrebbe fare fiori dai toni viola/lilla, ma per ora mi godo le foglie che stanno crescendo infrettissima per coprire una staccionata divisoria tra noi e i vicini.

    1. Ciao Clyo,
      adesso mi hai messo addosso la curiosità per la tua Akebia.
      Dovrai aspettare marzo per vedere i primi fiori ma sarà sicuramente una grande gioia! L’Akebia è sicuramente velocissima nel coprire staccionate o treillage, poi credo che a Londra gli inverni saranno meno rigidi di quelli della pianura padana (meno rischi gelate) per cui credo proprio che le foglie persisteranno!
      Grazie mille per il tuo commento!

  2. Ciao!
    Abito, col mio compagno, al piano terra di un piccolo condominio.
    Abbiamo un terrazzo che confina su uno dei lati corti, con parte del giardinetto condominiale e qui, dopo aver chiesto il permesso ai vicini di casa, abbiamo piantato ormai 16-17 anni fa, due piantine di rose rampicanti Banksie, che si sorreggono ad una griglia di legno pirker.
    Sono diventate ormai enormi e tra fine maggio e primi giugno è tutta un’esplosione di colori dal rosa pallidissimo al quasi fuxsia! Uno spettacolo per gli occhi e per il cuore.
    Non faccio loro granchè, se non eliminare i succhioni alla base quando crescono e un pò di concime un paio di volte l’anno.
    Scusa lo sproloquio, ma volevo solo chiederti se sto facendo bene nel potarle per arginare la loro “esuberanza” 😀
    Io le adoro, letteralmente, ma alcuni rami si allungano fin quasi a toccare terra e si appoggiano al vicino albero magnolia! 😀
    Grazie infinite e buon w-e

    1. Ciao Monia,
      innanzi tutto grazie per il tuo commento.
      Sicuramente le banksiae sono rose super vigorose per cui vanno un po’ contenute (io taglio interi tralci alla base, specie polloni e succhioni).
      Quindi ti direi che fai bene.
      Sicuramente il loro sviluppo sarà in parte contenuto dal vaso, e se potessi spostare le tue piante in piena terra faresti loro un vero regalo.
      Immagino i colori delle fioriture! Hai qualche foto? Se ti va mandamene una su IG, che è sempre un piacere vedere delle belle piante! Ciao.
      Paolo

  3. Buonasera,
    ho necessità di creare una schermatura alta circa 2 mt. ,vedo non vedo, in una parte del giardino. La zona riceve sole al mattino. Per ottimizzare lo spazio, pensavo di utilizzare piante rampicanti, ma non ne ho mai usate. Mi piacerebbe una pianta con fiori profumati e che non “sporcasse” molto perché è molto vicina alla piscina.
    Grazie.
    Patrizia

    1. Buonasera Patrizia,
      anzitutto sarebbe l’ideale conoscere la regione italiana in cui vive, se a sud, al centro o a nord, e se si trova in una zona montana, litoranea o nella pianura padana.
      Questo perché le piante che si possono utilizzare sono diverse per ogni condizione climatica. Un altro fattore fondamentale è l’esposizione solare…il posto è ombreggiato o in pieno sole per tutto il giorno?
      Detto questo, ci sono alcune piante jolly che si adeguano bene ad ogni condizione. Immagino che la sua richiesta contempli una sempreverde (che no perda eccessivamente le foglie) a fioritura possibilmente estiva (essendo vicina alla piscina). Una di queste è sicuramente l’Akebia quinata di cui parlo nell’articolo.
      C’è poi Jasminum x stephanense, un gelsomino rustico in fiore da aprile a luglio. Adatto al nord e al sud. Sempreverde di grandi dimensioni. Si comporta come ottimo separè. Meglio se in pieno sole.
      Lo trova da Vivai Giani al nord e al vivaio Malvarosa al sud.
      Spero di esserle stato utile.
      Paolo

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